Navigium Isidis 2022

Si apriva così la festa del Navigio di Iside: si preparavano delle offerte poste in un apposita barca consacrata alla Dea, la quale poi, veniva mandata alla deriva in mare o su un fiume in direzione del mare.


La celebrazione ricorda un pò quella che celebravamo qualche anno fa in questa zona, a fine maggio, come chiusura del Rosario, dove ci si vestiva di bianco e si camminava per le strade spargendo ovunque petali di rosa per celebrare Maria, mentre alla fine del corteo una banda di musicisti suonava.


Il Navigio di Iside veniva celebrato il 5 marzo anche se nei tempi antichi, con il calendario lunare, probabilmente lo si festeggiava con il plenilunio dopo l'equinozio di primavera, quando si riapriva la stagione della navigazione, interrotta nei mesi invernali. 


Il corteo si apriva con donne in veste bianca, col capo ornato di ghirlande primaverili, lanciavano fiori per cospargere la strada dove passava il corteo; le stoliste o ornatrici, agitando pettini e arnesi da toilette, fingevano di adornare e pettinare la capigliatura della Dea; altre donne cospargevano l’aria di deliziosi profumi e unguenti.



Venivano poi i dadofori, che portavano in mano lucerne, fiaccole e ceri, e i suonatori di flauto, che diffondevano nell’aria una soave melodia. Seguivano quindi gli imnodi, un coro di giovani in tunica bianca che intonavano un inno al ritmo della musica.



A quel punto, accompagnata dal tintinnio di sistri d’oro e d’argento, entrava in scena la folla degli iniziati ai sacri Misteri di Iside, avvolti in candide vesti di lino, le donne coi capelli profumati coperti da veli trasparenti e gli uomini con la testa rasata. Insieme ad essi avanzavano maestosi sei sacerdoti del culto, fasciati dal petto ai piedi da una tunica di lino, che recavano in mano gli attributi della dea: una lucerna a forma di barchetta, un piccolo altare chiamato “ausilio”, un ramo di palma dalle foglie dorate, il caduceo, uno scettro a foggia di mano aperta, un vasetto d’oro a forma di mammella, un setaccio d’oro pieno di rametti di alloro e un’anfora.

Dopo i sacerdoti, venivano gli Dei a figura di animale, portati sulle spalle dai pastoforiAnubi dalla testa di sciacallo e Hathor in forma di vacca. Per ultima Iside, rappresentata da una piccola urna d’oro ornata da un serpente ureo, che conteneva l’acqua del Nilo.


La processione si arrestava in riva al mare o al fiume, dove gli oggetti sacri venivano disposti sugli altari e veniva offerta una barca alla Dea. 


Allora i fedeli e coloro che assistevano al rito deponevano nella nave setacci colmi di spezie e altre offerte del genere, e versavano sulle acque del mare, come libagione, una crema fatta con latte. Infine, la nave piena di doni e di offerte votive veniva calata in mare e liberata dalle gomene. Sospinta dai venti, la nave di Iside si allontanava alla deriva, seguita dagli sguardi dei fedeli. 

La Barca di Iside veniva chiamata anche carro natale (carrus navalis) e, queste lunghe processioni con persone in maschera, probabilmente hanno ispirato la nascita odierna del carnevale.  Da queste tradizioni antiche e dal carrus navalis nasce il carnevale così come lo conosciamo ora.

Benedizioni

Iseum Rosa Mystica


Rhodope

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